
Chi di noi, appartenenti alle generazioni precedenti l’avvento dell’era digitale, non ha scritto una lettera?
Sono emozioni che ti restano addosso, le macchie d’inchiostro sulle dita si cancellano, ma l’attesa del postino e la trepidazione prima di aprire la busta sono sensazioni che nemmeno il trascorrere degli anni potrà eliminarne la memoria.
Ho sessant’anni eppure ricordo come fosse accaduto poche ore fa, rivivo nel ricordo l’ansia di intravedere nella cassetta della posta la lettera del mio primo amico confidente: avevo sedici anni e ci conoscemmo durante una vacanza a Cesenatico, lui era di Carpi ed io di Roma e per due anni ci scrivemmo lunghe lettere mettendo a nudo con fiducia le inquietudini della nostra età, i primi batticuori, i sogni per il domani. Lui voleva diventare un musicista e io non avevo ancora ben in mente chi volessi essere, se seguire i consigli genitoriali o lasciarmi guidare da un istinto più avventuriero.
Alla fine ci perdemmo di vista, ma quelle lettere rimasero a lungo nascoste in una scatola, protette da sguardi indiscreti, memoria della ragazza sognatrice e ingenua che ero un tempo, quando il mondo lo prendevi in una mano.
Le lettere hanno però una storia antica più dei miei anni moltiplicati per cento, ancora più antica di quando scrivere d’amore era un privilegio solo per poeti e letterati.
Iniziamo insieme questo viaggio nella storia, scopriremo come la lettera ha unito popoli, ha infuocato cuori lontani, fino ad arrivare a noi, nell’era digitale, dove mai ha smesso, tra le pagine virtuali del web, di emozionare e servire noi umani per il miglioramento delle nostre vite.
STORIA DELLA LETTERA

La carta ancora non era stata inventata e già gli antichi, come i Sumeri nel 3000 a,C., sentivano la necessità di comunicare attraverso la scrittura: erano perlopiù missive commerciali che riguardavano la vendita di prodotti o l’acquisto di terreni, ma il desiderio di inviare messaggi incidendo lettere su tavolette di argilla essiccate al sole, è da considerarsi l’avanguardia di una modalità di comunicazione che rivoluzionerà il nostro modo di intessere relazioni a distanza.
Sempre nello stesso periodo e per gli stessi intenti commerciali anche gli Egiziani scrivevano messaggi usando i papiri e inchiostri naturali, ma per trovare testimonianze di lettere presso i popoli occidentali dovremo aspettare il IV secolo a.C.: a tale periodo risalgono lamine di piombo o frammenti coccio su cui gli antichi Greci incisero brevi messaggi tra persone per ordinare merci.
Tra i Romani, al tempo dell’imperatore Adriano, si diffusero lettere scritte su tavole di bronzo e tale fu l’interesse che si istituì il primo servizio postale che ne facilitasse lo scambio.
Dopo la caduta dell’impero Romano e il dilagare dell’analfabetismo tra il popolo, la scrittura, in genere su papiro poi sostituito dalle pergamene, fu un esclusivo privilegio degli aristocratici e religiosi.
Gli Arabi, nell’anno Mille, introdussero l’uso della carta, materiale di certo più economico e agevole delle pergamene e da questo momento, con la nascita della prima borghesia e della classe dei mercanti l’evoluzione della lettera raggiunse traguardi tali che le relazioni tra i popoli si intensificarono in modo esponenziale, grazie ad una comunicazione più chiara e diretta, emancipata dall’uso del latino che finora aveva inflazionato la scrittura.
Nel Quattrocento i mercanti, per riconoscere la famiglia di appartenenza, usarono l’applicazione di sigle a piombo sulle lettere, capostipite del marchio che determinò anche un’evoluzione della scrittura in quella che fu definita “scrittura mercantesca”, più povera e semplice come estetica, ma di certo più pratica e agevole nelle comunicazioni.
Nel Rinascimento, tale fu la diffusione delle lettere su carta che si organizzò un servizio postale per agevolare gli affari commerciali tra le borghesie di diversi paesi, apponendo sul frontespizio frasi in volgare per rendere più veloci gli scambi di informazioni.
Nel Seicento la carta ormai ha un prezzo talmente basso che chiunque può farne uso e si inizia ad utilizzare la busta per proteggere le missive e su cui si scriverà nome e indirizzo del destinatario.
Ed è sempre in questo periodo che nasce l’abitudine di lasciare uno spazio tra l’intestazione e il corpo della lettera e più ampio era lo spazio, maggiore era il grado di sottomissione che si intendeva sottolineare. A Venezia nascono poi le “AQ”, ovvero delle cartoline per favorire i messaggi della magistratura.
Altre saranno le innovazioni che cambieranno l’aspetto della lettera fino ad arrivare a quella che ci è più familiare, ma è dal Settecento che ci sarà un aumento vertiginoso dell’uso di comunicazioni epistolari, questo grazie ad un miglioramento dell’alfabetizzazione tra i ceti più poveri: la lettera diventerà sempre più uno scambio di relazione scritta tra i privati e il latino verrà definitivamente escluso grazie all’evolversi delle lingue nazionali.
Infine nell’Ottocento nasce l’industria cartiera e l’utilizzo di una carta più sottile, “le veline”, di colore bianco o azzurro, dovuto all’introduzione di sali di cobalto nell’impasto della cellulosa.
Insomma, l’alfabetizzazione di massa, la diffusione di carta da lettera e la nascita dei francobolli nel 1840, determineranno uno sviluppo dell’epistola come mezzo di comunicazione per questioni personali, si pensi alle missive dei soldati impegnati nei fronti di battaglia: grazie alle migliaia lettere scritte dal fronte, nelle trincee, le famiglie spezzate dalla guerra, poterono ritrovare quell’intimo contatto affettivo che rendeva meno dolorosa la lontananza e leniva la paura della morte, la paura di perdersi senza l’ultima parola di addio, senza l’ultimo afflato d’amore.
In definitiva nasce la lettera d’amore, un ponte di parole che unisce nella memoria e alimenta quel sentimento tra persone quando manca il contatto visivo e olfattivo tra i corpi.
LA LETTERA D’AMORE

DAL PENNINO E CALAMAIO ALLA POSTA ELETTRONICA
Ai tempi del pennino e calamaio, lo sfregare sulla carta, l’odore dell’inchiostro rappresentavano investimenti di anima perché una parola scritta non potevi nasconderla dietro errori del sistema digitale, non esistevano fraintendimenti di interpretazione del t9 motivati dalla fretta mentre digiti frenetico sul tram che ti porta al lavoro.
Quel foglio di carta, che viaggiava per giorni e settimane tra ferrovie e carri postali, preservava il segreto di relazioni lontane, di cuori distanti a causa di guerre, migrazioni alla ricerca di un futuro migliore, avvertivi il profumo del desiderio tra le pagine, come se tra le dita stringessi la pelle dell’amato bene.
Scriversi era l’unico modo per creare nella lontananza una confidenza intima tra due persone, aprire il cuore e l’immaginazione attraverso la narrazione delle proprie fantasie, come se le parole d’amore e di eros potessero risvegliare la voglia di viversi, quando tempo e spazio impedivano l’unione dei corpi.
Attraverso le corrispondenze si trasgredivano veti familiari, gli amori impossibili fiorivano a dispetto di regole sociali, perché la parola scritta non la cancelli, nemmeno con il fuoco, essa resta incisa nella memoria degli amanti fino alla morte, oltre le apparenze convenzionali.
C’è una storia tramandata e una tradizione letteraria a testimonianza di quanto l’amore tra le persone avesse bisogno di un dialogo scritto perché in eterno restasse traccia di sogni e aneliti di felicità.
In principio non era così sentito questo bisogno intimo di comunicare, all’epoca del Dolce Stil Novo esisteva più un incrocio di sguardi, la contemplazione a distanza discreta e celebrata dalla poesia: è il tempo dell’amor cortese, di gesta eroiche che nelle corti reali e nobili venivano decantate dai trovatori lirici.
Si pensi alla lirica dantesca della Vita Nova dove con soave incanto il Poeta salute la sua Beatrice, sono amori solitari, platonici che riportano l’amore ad un incontro divino.
Per secoli la purezza di sogni amorosi hanno offerto materia alla creatività di poeti e romanzieri, lo stesso Leopardi ripercorre nella sua poesia più famosa l’intoccabile e pudica sensualità dello sguardo dell’amata Silvia.
Ma con l’andare del tempo la letteratura amorosa si evolve a più carnali desideri e la lettera diventa il luogo privilegiato di passioni vissute sulla pelle e sentimenti che accendono i pensieri degli amanti.
Ricordo il romanzo epistolare “Lettera a Milena” che ci ha tramandato la corrispondenza fitta tra lo scrittore Franz Kafka e la sua traduttrice Milena Jesenkà, o meglio lo scambio infuocato di passione tra due grandi della letteratura, Elsa Morante ed Alberto Moravia; e come non pensare a “Un viaggio chiamato amore”, un amore feroce e carnale tra Sibilla Aleramo e Dino Campana.
Ad anni più vicini a noi, uno dei romanzi epistolari più struggenti e controversi che vi suggerisco è “Che tu sia per me coltello”, di David Grossman.
E oggi, con l’ormai consolidato avvento della lettera elettronica, scriviamo ancora lettere d’amore, o il passaggio rapido e in tempo reale ha vanificato la bellezza di quel tempo di attesa che accendeva nella lontananza la fantasia di amanti solitari, quando su carta toccavano con la mente l’intima voluttà di chi portavano nel cuore?
Vi potrete stupire, ma la e-mail non ha spento la poesia dell’amore, la velocità delle chat ha solo trasformato la modalità di corrispondenza tra persone amate e tale dimensione di amori digitali ha anch’essa stimolato la fantasia di scrittori che hanno creato romanzi epistolari nell’avvento dell’era telematica.
Pensiamo a “Le ho raccontato del vento del Nord” di Daniel Glattauer, un romanzo che ci ricorda molto il film “C’è posta per te” con Tom Hanks e Meg Ryan: a causa di un errore, due sconosciuti iniziano a scriversi e-mail e sempre più si instaura una corrispondenza virtuale dove le anime si toccano nel profondo tanto da accendere un effetto domino tale che ad ogni lettera i pensieri si fanno sempre più eccitanti e intriganti.
Viene da chiedersi se sia possibile innamorarsi tramite le e-mail, grazie a questo vortice in cui le lettere viaggiano alla velocità delle luce, le distanze geografiche non sono percepite come tali e le fantasie vengono traslate in sensazioni vissute come reali.
Può, in definitiva, il cuore accendersi attraverso un movimento letterario che la modernità di una e-mail plasma in un universo non più tanto virtuale, se alla fine coinvolge persino i sensi?
Personalmente posso dirvi che esiste tale possibilità, l’ho vissuta, mi ha portata fino all’incontro reale con la persona con cui mi corrispondevo nel grande universo digitale e mi sono stupita io stessa di questo incanesimo mentale.
La magia di una lettera, cartacea o digitale, non cambia quando l’anima si apre alla libera e intima corrispondenza del desiderio e, nel caso di una e-mail, esso viene percepito come fosse carnale e non come semplice racconto onirico di una fantasia perché la velocità digitale preserva l’intensità del momento creato dalla mente.
Non lasciamoci quindi fuorviare da stereotipi e pregiudizi che vedono la e-mail come la morte della lettera d’amore, anzi ne rappresenta l’evoluzione,l’ultima frontiera e il romanzo di Glauttier ce lo racconta con molta chiarezza: i due protagonisti non si conosceranno per quasi tutta la storia, ma attraverso le e-mail, giorno per giorno, essi impareranno a guardarsi come in una sorta di specchio virtuale, a toccarsi nei sessi, ad amarsi a distanza perché non esiste tecnologia che possa far morire una lettera d’amore.
Ma se vogliamo assaporare una storia molto più vicina al nostro quotidiano allora è il caso di leggere “Amori solitari” di Morgane Ortin: chi non ha mai ricevuto un messaggio di Whatsapp che non ci ha fatto battere a mille il cuore o emozionato per tutta la giornata e magari ne vogliamo persino salvare l’immagine nel nostro smartphone?
L’autrice desidera proprio raccontarci come le nuove generazioni, attraverso gli inseparabili cellulari, ancora si trasmettono parole d’amore con una digitalizzazione frenetica e continua, mentre si è a lavoro, sul treno, dal parrucchiere o in palestra.
Sono gesti che appartengono al nostro presente storico, tutto viaggia con noi, corrispondenze, messaggi, litighiamo e ci perdoniamo attraverso le chat private, ormai le relazioni seguono l’onda dei giga digitali ed è inutile negarne la modernità: pensiamo con nostalgia alla poesia del pennino e del calamaio, come tutto fosse più autentico e lento nel suo susseguirsi, ma noi non siamo questo e non meno profondi sono le nostre produzioni letterarie quando desideriamo scrivere d’amore, anche se non usiamo una penna stilografica su foglio bianco, bensì una tastiera su foglio virtuale.
E-MAIL MARKETING

Desidero, alla fine di questo articolo, dedicare uno spazio alla e-mail marketing: di che cosa si tratta e come può essere utile per la nostra vita?
Abbiamo iniziato questo viaggio storico della lettera nel tempo da quando i popoli antichi usavano scrivere messaggi per favorire i loro traffici commerciali e credetemi, le relazioni finanziarie hanno sempre e in ogni secolo animato scambi e crescita economica fino ad oggi: le lettere hanno seguito di pari passo tale evoluzione, fino alla nascita, negli ultimi anni, della e-mail marketing, uno strumento importante di promozione per marchi, prodotti e servizi nell’era del digital marketing.
Da quando c’è stato l’avvento di Internet le trasformazioni nel web sono state molteplici, dalla formazione dei siti, i blog, fino alla diffusione dei social network che ormai appartengono al nostro vivere quotidiano: in essi ci relazioniamo, ci informiamo, ci divertiamo ed entriamo in contatto con persone, aziende, realtà di ogni genere e lontane da noi geograficamente.
Ma in tutto questo, con lo sviluppo del marketing attraverso meccanismi digitali più immediati, economici ed efficaci, la potenza della e-mail nel tessere rapporti con possibili clienti resta ineguagliabile.
Le aziende non possono rinunciare alla performante capacità di una e-mail per rafforzare i legami con potenziali o effettivi clienti perché resta l’unico che consente di entrare in comunicazione “one to one” e personalizzare quindi il dialogo con chi acquista un prodotto o ricerca un servizio specifico.
Quindi, nonostante l’acquisizione di nuovi strumenti, sia per i professionisti, sia per le piccole e medie imprese, sia per i grandi marchi aziendali, la e-mail marketing ha un valore di preminenza: richiede capacità comunicativa, abilità nella scrittura perché possa essere autentica, rispondente a un bisogno reale dell’interlocutore, fondamentali per ottenere un effetto persuasivo e convincente in chi la riceve.
La prima lettera digitale scritta a scopo di marketing fu inviata nel 1978 ed ottenne un successo incredibile, tale che fu adottato da moltissime realtà aziendali.
Da allora il web ha subito notevoli trasformazioni e le strategie di marketing hanno sviluppato tecniche che permettono di raggiungere una fetta di mercato sempre più ampia: in tale progresso la e-mail resta un fondamento irrinunciabile e se ne possono realizzare diversi usi.
Esiste la e-mail aziendale, inviata a seconda delle necessità o per trasmettere comunicati urgenti, oppure la più nota è la newsletter, ottenibile attraverso l’invito ai visitatori di un sito dell’azienda ad iscriversi ad una mailing list, dopo aver dato consenso ad utilizzare i dati forniti e a ricevere informazione sui servizi o prodotti, essa viene inviata invece secondo un calendario editoriale.
Tale utilizzo periodico delle newsletter a persone che hanno dimostrato interesse a ricevere aggiornamenti sulla vita aziendale e le nuove produzioni, sono molto efficaci in determinate campagne pubblicitarie perché hanno come risultato quello di “fidelizzare” il potenziale cliente, cercando di personalizzare il più possibile i contenuti e la qualità degli stessi nella cura dell’immagine e dello stile.
È importante a questo punto comprendere il target di riferimento, identificare e analizzarne i bisogni concreti per creare nel cliente un senso di “esclusività” e di appartenenza con l’azienda.
Sono parti di strategie di marketing che hanno l’obiettivo principale di incrementare le vendite, ma ciò che più conta, se si vuole stabilizzare l’impresa e far crescere i profitti, è creare una relazione duratura e la e-mail marketing è l’unico mezzo efficace e straordinario, nelle campagne di promozione e pubblicitarie, che può determinare un coinvolgimento concreto con i potenziali lead e aumentare, di conseguenza, la consapevolezza del marchio tra la gente.
CONCLUSIONE
Negli ultimi decenni siamo passati da un utilizzo cartaceo e manuale ad uno veloce e digitale della lettera, sia per motivi commerciali che interpersonali, mettendo in movimento idee, fantasie, strategie in un mondo virtuale in continua espansione dove esistiamo, pur confinati nelle pareti della nostra casa.
Una cosa non potrà mai cambiare finché l’umanità continuerà a vivere sulla terra: il bisogno di comunicare con l’altro in un legame intimo e biunivoco in cui non esistono altri interlocutori, se non due anime che si cercano, si esplorano, si relazionano, si amano e la lettera è nata proprio per rispondere nei secoli a questo bisogno.
Anche in una lettera commerciale, nel fondo delle parole, è nascosto il desiderio dell’uomo e della donna di non sentirsi soli, di aprirsi ad un dialogo che migliori le nostre vite ed espanda nell’universo un messaggio d’amore e di fratellanza.
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